Da anni il settore fotografia è sofferente. È sofferente nelle vendite di nuove apparecchiature e risulta sofferente anche nella stessa produzione di immagini. Sembra che tutto sia stagnante, per di più in regressione, una strana situazione dettata sicuramente da molteplici fattori, che nello specifico forse devono essere ancora rintracciati.
Una riflessione importante da fare è che siamo arrivati a un livello di produzione tecnologica in cui le fotocamere sono migliori di una elevata percentuale di fotografi.
Non me ne voglia nessuno di questa affermazione, dopotutto esiste sempre l’eccezione che conferma la regola. Spesso si valuta l’acquisto di una nuova fotocamera solo ed esclusivamente per una questione di immagine, in realtà non ne sentiamo un reale bisogno.
La fotografia poi, da potente strumento di arte e documentazione, viene spesso ridotta e vincolata a strumento di egocentrismo, dove la cosa principale da far vedere non è la propria interpretazione, ma è il sono stato lì anch’io, lo so fare anch’io; e se per caso non ci riesco: lo costruisco.
Sono poche le figure che riescono a dare un volto nuovo alla fotografia, quindi va da sé che dopo un po’ l’apprezzamento per la “produzione intellettuale” è in calo e di riflesso in pochi si appassionano.
In questo ultimo anno la sofferenza del settore è anche da ricercare in ciò che è accaduto a livello planetario, ma sicuramente questo è stato un elemento catalizzatore, nell’inconscio forse esisteva già una percezione del troppo!
Si, una percezione del troppo, forse perché non si è più disposti ad andare avanti alla velocità degli anni passati, forse perché non si è più disposti ad accettare cambiamenti repentini, forse perché non si è più disposti ad investire elevate somme di denaro per strumentazioni che dopo sei mesi risultano obsolete, forse perché non si è più disposti a pensare che la fotografia possa sfuggirci di mano.
La reazione a tutto ciò è il blocco e l’involuzione di massa; solo il tempo traghetterà questa situazione verso un progresso e un miglioramento di genere; il mondo va sempre avanti e la storia in fondo ce lo ricorda.
CFE