Oggi rispetto a ieri la vita media di una fotografia è scesa in maniera vertiginosa. In più risulta essere inversamente proporzionale alla quantità di immagini prodotte.
Prima dell’avvento del digitale, le foto scattate con la pellicola venivano tutte stampate; non è un caso imbattersi nelle abitazioni dei nostri genitori o dei nostri nonni con innumerevoli foto 10×15 e non solo, che ancora si lasciano ammirare.
Attualmente l’utilizzo dello smartphone ha relegato quelle famose compattine dentro un armadio di casa, perché abbiamo il tutto in uno, perché, in una parola, le foto con il telefonino vengono anche meglio!
Tant’è che per un gran numero di individui, utilizzatori dello smartphone come unico strumento per scattare foto e per conservarle, la situazione è a dir poco inverosimile.
Considerando lo stress a cui sono soggetti i nostri telefonini, la vita media di una immagine fotografica è pari alla durata del contratto di comodato d’uso che le compagnie telefoniche pongono in essere con i propri clienti: 30 mesi, a volte anche meno!
Questa affermazione potrebbe risultare provocatoria; si infatti lo è!
Basterebbero soltanto piccoli accorgimenti e minime premure (che tutti conoscono) per salvaguardare i nostri ricordi e la nostra memoria.
CFE